Onorevoli Colleghi! - La crisi sismica iniziata il 31 ottobre 2002 ha prodotto non solo la dolorosa perdita di vite umane, ma ha lacerato profondamente il tessuto sociale, economico, ambientale e storico-artistico delle aree colpite nelle regioni Molise e Puglia.
      Dopo più di un anno, da parte di moltissimi sindaci locali fu lanciato un grido di allarme sia per il ritardo con il quale stavano arrivando i primi stanziamenti previsti in fase di emergenza, sia per la scarsa organizzazione.
      Per la prima emergenza, infatti, sono stati stanziati 50 milioni di euro, gestiti dalla Protezione civile. Per la ricostruzione sono stati previsti 94 milioni di euro per il 2003 e altri 16 milioni per il 2004.
      I rappresentanti delle regioni, i sindaci dei comuni coinvolti e lo stesso responsabile della Protezione civile hanno lanciato un messaggio chiaro sull'esiguità dei fondi finora stanziati; il rischio concreto è che si realizzi una massiccia evacuazione dal territorio interessato dagli eventi sismici.
      In soccorso alle popolazioni colpite sono accorse non solo le autorità preposte, ma vi è stata una gara di solidarietà che ha investito sia il semplice cittadino sia organizzazioni di volontariato, sindacati, aziende private e pubbliche; ma tutto ciò, che evidenzia la generosità insita nel popolo italiano, non è certo sufficiente a determinare la ricostruzione dei territori colpiti e il rilancio delle attività economiche e sociali dell'intera area.

 

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      Non va dimenticata, inoltre, la specificità dell'area interessata dal fenomeno sismico. Si tratta infatti di un territorio che ha sempre puntato il suo sviluppo sull'agricoltura, sulle piccole e medie imprese, sulla ricchezza del proprio patrimonio artistico e ambientale. Un territorio, quindi, come gran parte del Mezzogiorno d'Italia, capace di puntare sulle proprie forze per trovare un'autonoma via allo sviluppo. Oggi tutto ciò è messo in discussione e, se non vi sarà un intervento programmato e puntuale da parte dello Stato, gli abitanti colpiti dagli eventi sismici rischiano, dopo avere vissuto la perdita di propri cari o la distruzione più o meno parziale dei beni propri o collettivi, di non riuscire più a riprendersi.
      Per questo, ritengo che vada raccolto il grido d'allarme lanciato dalle popolazioni e dai loro rappresentanti istituzionali locali affinché, con la presente proposta di legge, in maniera organica, si restituisca dignità e voglia di vivere a chi è stato così duramente colpito.
 

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